Villains LTD

 

#49

THE FINAL PROBLEM

Part 2 of 3 – The seventh-per-cent evolution

 

 

In una località segreta, un uomo e una donna stanno osservando un servizio al telegiornale. Entrambi i volti sono nascosti: quello di lui da un bizzarro effetto pixel, quello di lei da una maschera rossa.

Le immagini alle spalle del conduttore mostrano una folla di curiosi che si è ammassata di fronte ad una transenna. Ancora più in là, molto più grande dell’inquadratura, c’è una cupola dorata semitrasparente.

-L’apparizione di questa misteriosa barriera di energia, così come quelle che hanno isolato Berlino e Vienna, è avvenuta in concomitanza con la rivendicazione dell’Imperatore del Crimine. Smascherato due anni fa come Augustus DeCeyt, una delle più rinomate autorità accademiche degli ultimi decenni, l’Imperatore è il terzo criminale più ricercato dall’FBSA. Questa è la prima apparizione pubblica dell’Imperatore; membri della sua organizzazione criminale, la Villains LTD, sono stati al centro della recente “strage di Los Angeles” dove hanno ucciso più di 250 innocenti: stamattina, il Governatore della California ha affermato che la Villains LTD dovrebbe essere riconosciuta come organizzazione terroristica. Ci colleghiamo con Trish Tilby, in diretta da Londra...

La donna incappucciata toglie il volume, chiedendo con una punta di preoccupazione:

-Ora sarebbe un buon momento per mettermi a conoscenza dei tuoi piani, Zero.

-Sai già più di qualsiasi altro membro dei Guardiani, Sette: sta ai Vendicatori ed alla Villains LTD evitare che DeCeyt uccida il 93% dell’umanità.

-Abbiamo investito più tempo e risorse nella Villains LTD che in qualsiasi altra operazione – obietta la donna – Avevi qualcosa in mente molto prima di conoscere i piani di DeCeyt, non è così? Perché non ne sono mai stata messa a conoscenza?

-Questa è una società segreta, Sette, non una democrazia. Se ho preso le misure necessarie, tra poche ore vedrai la fine della Villains LTD. Altrimenti...prega di far parte del 7%.

 

Stark Tower

New York City, Stati Uniti

Nella base temporanea dei Vendicatori, la tensione è palpabile. Non che gli eroi siano particolarmente turbati dalla possibilità che la vita come la conoscano potrebbe finire insieme a questa lunga giornata: in fin dei conti, sono pagati per gestire crisi di questo tipo.

E’ il dover lavorare insieme alla Villains LTD che li innervosisce. Non solo devono fermare DeCeyt, devono anche guardarsi continuamente le spalle.

Al momento, ai criminali non potrebbe importare di meno: sono troppo occupati a litigare tra di loro.

-Attacco frontale, a testa bassa! Scarichiamo tutto quello che abbiamo addosso a quel figlio di puttana e la facciamo finita: dov’è il problema? – chiede Dran.

-E rischiare di uccidere i nostri familiari che DeCeyt tiene in ostaggio? Te ne sei dimenticato? O forse non te ne frega un cazzo? – risponde Pathfinder.

-Voi non c’eravate al suo scontro con la Presenza: qualsiasi tipo di attacco frontale è un suicidio –

aggiunge Insomnia.

-E se facessimo finta di aver cambiato idea? Ce lo lavoriamo un po’, poi prima che usi la Macchina del Loto lo accoltelliamo alle spalle – suggerisce Slim Snake.

-Io non mi faccio ammazzare per averlo tradito una seconda volta! – obietta Turbine.

-Hmmph, mmh mmph hmmm! – interviene Madcap, legato ad una delle sedie del tavolo delle riunioni.

-Ma non gli avevamo tolto il bavaglio? – si chiede Eclisse.

-Certo, però mi andava di dire hmmph mmh mmph hmmm lo stesso – alza le spalle il pazzo mascherato.

Iron Man e Visione rientrano nella stanza; anche se il volto del primo non è visibile e quello del secondo non è particolarmente espressivo, si capisce lo stesso che sono tutt’altro che a proprio agio nella situazione attuale.

-Non è stato semplice, ma ho convinto le forze armate americane, britanniche e francesi a darci venti ore di tempo prima di lanciare un attacco militare alle città intrappolate – li avverte il sintezoide.

<<Ed io ho dovuto ricevere una bella lavata di capo da Nick Fury per non avervi ancora sbattuto dietro le sbarre. Se non cominciate subito a darvi da fare e darci delle informazioni utili per sconfiggere DeCeyt, rimpiangerete parecchio la sua minaccia di farvi il lavaggio del cervello>> - rincara la dose Iron Man, puntando il dito contro Switch.

-DeCeyt sa che siamo ancora vivi: non può aver trascurato nessuna debolezza di cui siamo al corrente. Non posso nemmeno darvi un passaggio all’interno delle barriere – risponde il teleporta.

-Se potessimo conoscere in quale delle tre città si rifugia DeCeyt, potremmo concentrare le nostre forze invece di lasciarci disperdere come in precedenza – suggerisce Capitan America.

-Avverto la posizione del suo cervello in tutte e tre le città – risponde Pathfinder con disappunto.

-Allora dovremo farci strada con le nostre forze – incita Calabrone – Dobbiamo trovare DeCeyt, distruggere il suo campo di forza, ed attaccarlo quando Switch ci avrà teleportati tutti sul posto.

-Neanche per sogno – scuote la testa Switch – Noi arriviamo fin qui. Il resto sta a voi.

<<Che cosa!?>>

-Se continuo ad aiutarvi, corro il rischio che DeCeyt uccida mia sorella. Io mi tiro fuori.

-Anche io – annuncia Pathfinder.

-Odio farlo, ma sono d’accordo. Può essere una vecchia rimbambita, ma non voglio che mia madre muoia – aggiunge Insomnia.

Un portale di teletrasporto appare alle spalle di Switch, che si ritrova puntati addosso raggi repulsori, raggi solari, raggi laser ed armi di suono solido.

 

Prima ancora che chiunque faccia qualcosa, però, Capitan America difende il criminale posizionando lo scudo di fronte agli eroi.

-Non abbiamo cose più importanti da fare che litigare tra di noi?

<<Loro non sono “noi”, Cap. Non possiamo lasciarli a piede libero>>

-E non abbiamo neanche il tempo di costringerli a lavorare con noi. Fidati di me, Iron Man, so cosa sto facendo.

I due uomini si fissano negli occhi per qualche secondo; gli altri Vendicatori tornano “a riposo”, ma i raggi repulsori restano attivi un po’ più a lungo. Poi lo sguardo risoluto dell’eroe a stelle e strisce ha la meglio, ed Iron Man spegne i sistemi d’arma.

<<D’accordo. Ma questa è l’ultima volta che ce li lasciamo sfuggire di mano>>

-Beh che aspettate tutti, un invito ufficiale? Muovete il culo e andiamocene di qui! – incita Switch, suscitando ben poco entusiasmo tra gli altri ex membri della Villains LTD.

-Hm, Eddie...non che io voglia starmene con i Vendicatori, ma l’unica cosa che mi tiene in vita ora è il potere della Chiave dello Zodiaco. Non posso nascondermi ad aspettare che tutto finisca, non questa volta – si scusa Turbine.

-Io non mi arrendo. Cazzo, mi piace troppo questa merda di salvare il mondo – si esalta Mayhem.

-Giusto, dobbiamo fare come contro Graviton: scappare non è la soluzione – aggiunge Slim Snake.

-Dai, ammetti che vuoi vedere schiattare i tuoi genitori! Io non ho problemi ad ammetterlo: io vado avanti giusto per vedere se mio padre tira finalmente le cuoia – gli fa eco Dran.

Prima di parlare, Eclisse volge lo sguardo verso Shades...che non sta minimamente considerando Switch, rivolgendosi invece a Visione:

-Dovremmo concentrare tutte le nostre forze su Londra. Conosco DeCeyt, l’unica possibilità è che voglia usare come base la città dove è cresciuto.

Switch non ha potuto non notare l’indifferenza dell’ombra umana. Si dirige nervosamente verso il portale insieme a Pathfinder ed Insomnia, lanciando un ultimo insulto al vecchio compagno di squadra:

-Sì, vaffanculo anche tu, Shades.

All’ultimo secondo, un istante prima che il portale si chiuda, Madcap scappa tramite il portale saltellando con le braccia ancora legate alla sedia:

-Aspettatemi! Ce le ho io le scarpette rosse!

 

Con i tre criminali scomparsi, Capitan America si rivolge con disappunto ad Iron Man:

-Che ti è saltato in mente? Hai quasi mandato all’aria il piano!

<<E’ un piano troppo pericoloso. Ti rendi conto che abbiamo appena lasciato a piede libero tre criminali ricercati?>>

-Capitan America stava seguendo i miei ordini – interviene Visione – Come avresti dovuto fare tu. Sei sicuro che non si accorgeranno dei rilevatori di posizione che hai applicato ai loro costumi?

<<Sono bravi, ma non così bravi>>

-Aspettate un secondo, li avete lasciati andare apposta!? – si meraviglia Mayhem.

-Abbiamo imparato qualcosa dai nostri ultimi scontri. Torneranno da DeCeyt, dandoci la sua posizione precisa...e se non lo facessero, sapremmo comunque come catturarli.

Nessuno dei membri della Villains LTD è particolarmente impressionato dalla rivelazione...ne hanno passate di peggiori alle dipendenze di DeCeyt, del resto.

Solo Eclisse ha capito che c’è sotto più di quanto sembra. E’ difficile a dirsi con quegli occhiali da sole, ma giurerebbe di aver visto Shades strizzare l’occhio a Switch prima della sua scomparsa.

 

Rio de Janeiro, Brasile

-E adesso che si fa? – si domanda Insomnia.

-Dobbiamo infettare l’astronave con un virus! Sono vulnerabili all’acqua! – delira Madcap, zittito da una raffica di mitragliatrice: impiegherà almeno un minuto per guarire.

-Dio, non riesco a credere quanto questo cretino me le faccia girare così tanto – commenta Insomnia, irritata dal dover sprecare così dei preziosi proiettili.

-Qualcosa non quadra: sono sicuro che Shades mi abbia dato un messaggio in codice, prima di decidere di restare. Ed i Vendicatori si sono lasciati fregare un po’ troppo facilmente.

-Sì, è tutto molto strano: Shades sa benissimo che DeCeyt dev’essere a Vienna – ragiona Pathfinder.

I suoi compagni di squadra la guardano come se avesse detto qualcosa al posto di Madcap.

-Andiamo, DeCeyt è fissato con il professor Moriarty, non ve lo ricordate?

-Mai sentito nominare...

-La nemesi di Sherlock Holmes, morto alle cascate Reichenbach...in Austria.

-Vuoi dire che non ha scelto a caso le città dove testare la Macchina del Loto? – si meraviglia Insomnia.

Pathfinder sospira alzando gli occhi al cielo, mentre Madcap interviene:

-Oh, per favore, vorreste dirmi che non sapete che Reichenbach è in Svizzera? E poi, qualsiasi idiota avrebbe già capito che ha usato come bersagli città che sono state capitali di grandi imperi del passato. Moriarty era chiamato il Napoleone del Crimine...ed il suo regno era a Londra. Per il nome che si è scelto, è chiaro che DeCeyt si considera il suo successore. Mi sembra ovvio, no?

Niente di tutto quanto i tre criminali abbiano mai visto o sentito li ha sorpresi quanto il fatto di aver appena ascoltato un discorso di senso compiuto pronunciato da Madcap.

-Che avete da guardare? E’ perché sono pazzo, vero? Nessuno dà mai ascolto ai pazzi psicopatici che si infilano le dita nel cervello! Dovrò parlarne con il mio Senatore.

 

Di fronte alla Macchina del Loto

Augustus DeCeyt osserva le reazioni al suo comunicato, trasmesse su una moltitudine di schermi la cui luce zodiacale si riflette sulla maschera di metallo. Marasso si avvicina, camminando a quattro zampe; dietro di lui, gli ostaggi sono legati alla Macchina del Loto.

Un’immagine in particolare coglie l’attenzione dell’Imperatore del Crimine: un Quinjet dei Vendicatori in volo, spinto ben oltre la sua velocità normale da Mayhem. Si stanno dirigendo verso Londra, dove potrebbero potenzialmente distruggere una delle Macchine. Poco più di una seccatura, certo, ma un rischio inutile che può essere facilmente eliminato.

-Marasso. Se dovessi vedere uno qualsiasi degli ex associati della Villains LTD, uccidi uno degli ostaggi. Se anche questo non bastasse a fermarli, uccidi tutti.

Dopo aver pronunciato l’ordine, DeCeyt scompare in un lampo di luce dorata.

Marasso si avvicina lentamente agli ostaggi, annusando l’aria. Collegato al suo cervello di serpente c’è un microcomputer capace di calcolare migliaia di mosse omicide al secondo. DeCeyt non ha mai scoperto chi sia stato a modificare il supercriminale Roland Burroughs in questo mostro; l’unica certezza è che di Burroughs non è rimasto più nulla.

Marasso si avvicina ad un ostaggio familiare: quell’odore particolare è chiaramente registrato nella sua banca dati. Avvicina gli artigli al volto della donna, strappando il bavaglio e scollegando la banda dorata sulla sua fronte.

Non più mantenuta in stasi dal potere della Chiave dello Zodiaco, Dana Freeman si risveglia. La prima cosa che vede sono le fauci serrate di un androide-serpente da cui colano saliva e veleno.

L’unica cosa che le impedisce di urlare dal terrore è la mano del mostro che le serra la bocca. L’androide silenzioso ha portato il dito dell’altra mano alla bocca, come a dire “silenzio”.

Dana annuisce, e Marasso le libera mani e piedi.

-Cosa... – comincia a chiedere Dana, suscitando una reazione simile a quella di un gatto che soffia. Anche se Marasso continua a non emettere suoni.

Dana si tira indietro, come per comunicare “ho capito, sto zitta”. Ancora disorientata, osserva Marasso scrivere qualcosa usando le zanne per graffiare il pavimento:

AMICI

Poi Marasso disegna un ankh, la “croce egizia”; o almeno così sembra a Dana, non avendo mai visto la Chiave dello Zodiaco. Poi Marasso cancella “AMICI” con diversi graffi, cerchia due volte l’ankh, e conclude con un’ultima scritta:

AIUTO

 

Sopra i cieli d’Inghilterra

Quattordici super-esseri sono stipati all’interno del Quinjet, con ben poca simpatia l’uno per l’altro. La maggior parte di loro ha ben poco da dire; l’unico che ha continuato a parlare per tutto il viaggio è stato Ercole, intento ad esaltare le lodi della Mazza Adamantina che ha rispolverato per l’occasione.

Per una qualche ironia della sorte, o forse perché voleva avere questa conversazione, Calabrone è seduto proprio di fianco a Turbine.

-Sai, non avrei mai pensato che ci saremmo trovati dalla stessa parte.

-Non ho voglia di parlare, Pym. Con te meno che con tutti.

-Sto cercando di aiutare anche te, Turbine. Potresti cercare di dimostrare un minimo di gratitudine.

-Non sono dell’umore giusto per fare conversazione, ve bene?

-Ci siamo scambiati quattro parole e non hai ancora cercato di uccidermi...non credo sia mai successo, da quando ci conosciamo.

-Lo sai che sono morto, di recente?

-Me l’avevano detto. Che tu ci creda o meno, mi era dispiaciuto sentirlo.

-Eh. Certo. Ti ci vedo proprio, a piangere sulla tomba del tuo peggior nemico.

-Davvero. Non so cosa pensi di me, Turbine, ma non augurerei nemmeno al mio peggior nemico...che, tra parentesi, solo tu pensi di essere...di morire bruciato vivo.

-Come ti pare. Io passerei il tempo durante il tuo funerale a scoparmi la tua bella ex moglie.

-Sapevo che parlare con te sarebbe stata una pessima idea – alza gli occhi al cielo Calabrone, cercando qualcosa di interessante da fissare nel Quinjet.

Silenzio. Turbine fa girare su se stessa una delle lame rotanti sull’avambraccio.

-Sai che non lo farei sul serio, vero? Non sono un mostro. Probabilmente ti porterei anche dei fiori.

-Apprezzerei il gesto.

-Però voglio ancora ucciderti e portarmi a letto la tua ex, chiaro?

-Nessuno è perfetto.

 

La discussione si interrompe bruscamente, quando qualcosa colpisce il Quinjet. Tutti i tentativi di riprendere il controllo del velivolo si rivelano immediatamente inutili. Non ci vuole molto nemmeno per capire che questo non può essere stato un incidente.

Visione, Iron Man, Sersi e Songbird recuperano la maggior parte dei passeggeri prima che il Quinjet esploda, vittima di un potente colpo energetico; quando questo accade, Ercole e Dran stanno già precipitando a terra. Shades ed Eclisse sono scomparsi un attimo prima dell’attacco.

<<Odio quando i cattivi lo fanno: cosa credono, che i Quinjet crescano sugli alberi?>> - si lamenta Iron Man.

-Songbird, porta a terra chi non può volare; Iron Man e Sersi, con me – ordina Visione, depositando i passeggeri nella gabbia di suono solido.

I tre Vendicatori volano verso l’alto, lasciando che Songbird faccia atterrare il più dolcemente possibile la gabbia sulla scogliera dell’isola proprio sotto di lei.

Molto più in alto, più o meno alla quota a cui sfrecciava i Quinjet pochi minuti prima, Mayhem sta tenendo testa all’Imperatore del Crimine: i suoi raggi oculari verdi sembrano mettere in seria difficoltà lo scudo energetico sollevato dalla Chiave.

-Vorrei davvero sapere chi è quella ragazzina – nota Sersi, preparandosi a colpire l’Imperatore...prima di dover distogliere lo sguardo. Il lampo di luce impiega quella che sembra un’eternità prima di sparire, e Mayhem precipita a peso morto.

Iron Man afferra al volo il corpo fumante dell’adolescente, che con sua grande sorpresa è ancora viva.

<<Se i miei sensori non sono impazziti, quella era una scarica da una dozzina di gigawatt...dobbiamo evitare a tutti i costi che DeCeyt usi la Chiave in un centro abitato>>

-Non potrei essere più d’accordo – risponde DeCeyt, scendendo di quota fino a parlare con i tre Vendicatori faccia a faccia.

Sersi e Visione rispondono con i loro raggi oculari, bloccati con facilità da schermi di energia apparsi dal nulla. DeCeyt ha le mani incrociate dietro la schiena, e la Chiave dello Zodiaco fluttua a pochi centimetri da lui.

-La distruzione insensata del suolo pubblico non rientra al momento tra le mie intenzioni: quando l’umanità si sarà risvegliata dopo l’attivazione della Macchina del Loto, avrà bisogno di un certo numero delle vecchie infrastrutture per poter prosperare. Vi prego di seguirmi.

 

L’Imperatore del Crimine atterra sulle coste dell’Isola di Man, dove i Vendicatori e parte della vecchia Villains LTD si preparano a combatterlo.

-Hai una sola occasione per arrenderti, marrano! – minaccia Ercole.

DeCeyt si toglie il casco, che svanisce in una scintilla dorata. Afferra la Chiave dello Zodiaco, e con calma risponde:

-Ritengo che l’espressione volgare più appropriata sia...fatevi sotto.

 

Di fronte alla Macchina del Loto

Dana Freeman si asciuga il sudore dalla fronte, innervosita dal fiato di Marasso sul suo collo. L’androide le ha indicato un pannello rimovibile della Macchina del Loto, ma i circuiti al suo interno sono oltre ogni descrizione.

-Mi dispiace, ma non ci riesco – si arrende Dana, allontanandosi dalla macchina.

Marasso risponde gonfiando il petto ed agitando la coda, indicando ripetutamente la macchina.

-Beh mi dispiace, ma non ci riesco! Non so cos’è, né come funziona! Si può sapere cosa sta succedendo?

L’unica reazione di Marasso è di inclinare la testa con un’espressione di curiosità ed incomprensione.

-Tu sei Marasso, giusto? Lavori con mio fratello, Switch. Non c’è nessun modo di chiamarlo? – chiede Dana, sperando che il mostro capisca e che non sappia che lei è un agente di polizia di New York.

Marasso lo sa, naturalmente. E’ nel suo database. Il suo piccolo cervello fa un collegamento: tra gli altri ostaggi c’è Abigail Mathers, sorella minore di Pathfinder. Anche lei è nel database, insieme alle due informazioni chiave su di lei: il suo potere mutante di ascoltare le onde radio, ed il suo genio fuori dal comune sui sistemi di comunicazione.

Ovviamente senza dire niente, Marasso corre verso gli ostaggi e con un unico colpo di artigli libera Abigail dai dispositivi di stasi.

La reazione di Abigail, una volta aperti gli occhi, è assolutamente comprensibile: urla con tutta la forza che ha nei polmoni. Marasso si agita in presenza di un rumore a cui non è abituato, con il risultato che Abigail urla ancora di più.

Dana la fa smettere con uno schiaffo, e scuotendola per le spalle.

-Cerca di restare calma! Va tutto bene! Va tutto bene!

-Hai una definizione strana di “va tutto bene” – risponde Abigail lanciando un’occhiata preoccupata verso Marasso.

-Sono newyorkese – alza le spalle Dana – Sembra  che siamo prigioniere di una strana macchina dorata e penso che questo mostro voglia aiutarci a scappare. Lo so che è una domanda strana, ma...non è che capisci qualcosa di elettronica?

-Pfft – la schernisce Abigail – Stai scherzando, spero. Ho costruito la mia prima radio a sei anni. Fammi vedere questa macchina.

Ignorando Marasso che segue le due donne come un fedele cagnolino...di duecento chili di titanio e ricoperto di aculei avvelenati...Abigail si avvicina alla macchina, chiudendo gli occhi ed avvicinando la fronte al pannello disconnesso.

-Che stai...

-Shhh! Fammi sentire – la zittisce Abigail.

Dana aspetta qualche secondo, fino a quando Abigail non schiocca le dita ed infila una mano nel pannello, alla ricerca di un componente particolare all’interno.

-Pensi di poterlo sabotare?

-Scherzi, non ho nemmeno la più pallida idea di cosa sia. Ma c’è qualcosa qui dentro che fischietta qualcosa su una particolare frequenza radio che mi sta facendo venire il mal di testa. Vedi, quando avevo dodici anni uno dei miei vicini lasciava sempre accesa la radio ad alto volume a tarda notte, così ho costruito un disturbatore di frequenze radio. Funzionava benissimo, solo che ho quasi fatto venire un’emicrania a mia sorella quando si è avvicinata.

-Affascinante, ma non vedo cosa c’entri.

-Perché non sai chi è mia sorella. Tieni, Fido – risponde Abigail, lanciando il componente a Marasso che lo afferra al volo tra le fauci. Poi si mette a contare:

-Dieci...nove...otto..sette...sei...cinque...quattro...tre...due...uno e mezzo...uno e un quarto...

Un portale di teletrasporto si materializza all’improvviso. Insomnia esce per prima, puntando le pistole verso gli eventuali nemici. Pathfinder la spinge a terra, compie un salto di dieci metri per raggiungere Abigail, e la abbraccia sollevandola da terra.

-Abby!!! – piange di gioia Pathfinder, stringendo finalmente la sorella tra le braccia.

-Leah...è bello rivederti...ma è anche bello non avere vertebre spezzate... – si lamenta Abigail.

Switch si teleporta di fronte alla sorella, togliendosi la maschera.

-Dana. Credevo che fossi morta, lo sai?

-Eddie. In che razza di pasticcio ti sei ficcato, questa volta!?

 

Isola di Man, mare d’Irlanda

-Vendicatori Uniti! – incita Visione, concentrando i propri raggi solari contro DeCeyt. Jocasta fa altrettanto con i propri raggi laser, Sersi con i raggi oculari, ed Iron Man scarica raggi repulsori ed uniraggio alla massima potenza. Normalmente nessuno di loro utilizzerebbe una simile forza offensiva contro un essere umano, ma DeCeyt ha dimostrato di essere troppo pericoloso per andarci leggeri.

-Siamo sicuri che sia ancora lì? Non riesco a vederlo – si preoccupa Jocasta.

<<Ha alzato un campo di forza, ma non si è mosso. Non ha alcun senso, nemmeno la Chiave dello Zodiaco dovrebbe poter generare così tanta energia>>

-Dovrà pure avere un limite massimo: non può continuare all’infinito ad utilizzare energie di questo livello – razionalizza Calabrone – Non importa quanto potere possa aver già assorbito, deve comunque ricaricarsi in qualche modo.

-Non so lui, ma io sto cominciando a stancarmi – si lamenta Sersi: dopotutto quello che sta usando non è solo il potere più distruttivo a disposizione di un Eterno, ma anche di gran lunga il più faticoso.

-Anche io ho bisogno di una ricarica – nota Jocasta.

-Riposatevi pure, donzelle, e lasciate fare al Leone d’Olimpo -  interviene Ercole, stringendo tra le mani la Mazza Adamantina e correndo verso la coltre di fiamme che avvolge Augustus DeCeyt.

-D’accordo. Lasciatelo passare; Iron Man, dammi un aggiornamento sulla posizione degli altri agenti della Villains LTD – ordina Visione.

Il fuoco di sbarramento cessa, e Turbine supera con facilità Ercole precipitandosi in battaglia. DeCeyt disperde le fiamme con un cenno della mano; Turbine si blocca, avvolto da un blocco di ghiaccio, pochi centimetri prima di riuscire a staccargli la testa con le lame rotanti.

-Mister Cannon, noto con dispiacere che lei continua ostinatamente a rifiutarsi di sottostare ai miei ordini. Trovo la sua mancanza di ubbidienza...

-Ma non stai mai zitto!? – urla Ercole sollevando la Mazza, preparandosi a colpire DeCeyt.

Nonostante uno scudo di energia preparato con cura, il colpo raggiunge l’Imperatore del Crimine. Di più, è sufficiente a farlo sprofondare a diversi metri di profondità sotto la superficie della costa.

Lo scudo di Capitan America rimbalza sul blocco di ghiaccio, creando una spaccatura; martello e scalpello di suono solido creati da Songbird fanno il resto, e Turbine si libera facilmente.

-Wow, questo sì che è stato anticlimatico. Hey, la mia voce è tornata normale! Sono tornato ad essere umano! – esulta Turbine, cercando di abbracciare Songbird e ritrovandosi con colpo di martello sonico sull’elmo.

-Prego – risponde Songbird con una smorfia di disappunto.

Una colonna di energia dorata si alza dal terreno, e DeCeyt si solleva da terra avvolto da un’aura dorata a forma di Ankh.

-Interessante: sembrerebbe che vi abbia sottovalutato. Non importa. Avevo pianificato anche questa evenienza – rimbomba la sua voce.

 

Ercole colpisce DeCeyt una seconda volta, senza avere gli stessi effetti. Il dio inizia a combattere a mani nude contro il professore, e lo scontro ha tutta l’aria di essere più che alla pari.

Iron Man fa un passo indietro, alzando il volume dell’alteratore vocale:

<<Gli altri sono sopra al Polo Nord. Trovate il modo di arrivare là e distruggere la Macchina del Loto: noi cercheremo di rallentare DeCeyt>>

-Questo non è il momento per lasciarsi prendere dal panico, Iron Man.

<<Ma è il momento di cambiare strategia: la Chiave dello Zodiaco ha appena fatto saltare i miei rilevatori di energia. Non possiamo vincere in uno scontro diretto>>

-Eclisse. Adesso – ordina Shades.

-Ma, padre... – tituba la ragazza.

-Adesso.

-Sì, padre – abbassa il capo Eclisse, allargando il mantello per generare una potente fiammata. Un pentagramma di fuoco si disegna sul terreno, facendo scomparire tutti i presenti...esclusi Visione, Iron Man, Sersi e Shades.

-Poteva farlo prima e risparmiarci il viaggio – nota il sintezoide.

-E perdere l’occasione di far uccidere qualcuno di voi?

Ercole stringe DeCeyt in una morsa d’acciaio, costringendolo a piegarsi per non farsi spezzare le braccia.

-Cadi, vile criminale! Invero, ho conosciuto vergini principesse assai più caparbie di te nella pugna!

-Lo scontro fisico si direbbe assai più complesso di quanto avessi previsto. Non ha importanza: al momento ho questioni più pressanti di cui occuparmi.

Ercole scompare in un lampo di luce, e DeCeyt si rialza giusto in tempo per schivare uno dei pugni di Visione ed afferrare al volo la Mazza Adamantina prima che questa ricada al suolo.

-Potrei teleportarvi nello spazio profondo insieme al vostro borioso collega, suppongo, ma questa è un’occasione unica per studiare di prima mano il comportamento primitivo.

Senza che l’espressione del suo volto si modifichi minimamente, DeCeyt lancia la Mazza verso Sersi: la Chiave aumenta la sua velocità a livelli astronomici, e l’Eterna viene colpita in fronte con forza sufficiente a farle perdere conoscenza.

Shades si toglie gli occhiali da sole, scatenando un’onda di oscurità che ucciderebbe qualsiasi essere umano con un’anima. Per sua fortuna DeCeyt non possiede questa debolezza: afferra l’oscurità come se fosse una coperta, lanciandola contro Visione.

Il sintezoide alimentato dall’energia solare non può più rilasciare i propri raggi ottici, né ha il tempo necessario per rendersi intangibile ed evitare il brutale attacco energetico di DeCeyt.

Ben sapendo non potere nulla contro qualcuno che ha sconfitto così facilmente i tre Vendicatori più fisicamente potenti della squadra, Iron Man è costretto ad adottare la tattica che odia di più: una ritirata strategica.

-Non ti facevo un codardo – lo schernisce Shades, che attualmente è solo un’ombra attaccata all’armatura.

<<Ci sta seguendo, ma deve sapere che è solo un diversivo. Non che mi lamenti, ma perché sta funzionando?>>

Una gabbia di energia dorata intrappola Iron Man; Shades tenta di scappare, ma nemmeno lui riesce a superare la barriera di luce.

-Perché anche se lei non è di alcun interesse per me, Iron Man, non sono così ingenuo da lasciare Shades in libertà per tramare alle mie spalle. E forse c’è anche una briciola di orgoglio...il desiderio che i miei più vecchi associati apprezzino i frutti del mio arduo lavoro.

 

Una banchina di ghiaccio al Polo Nord

Di fronte alla Macchina del Loto

-E’ tutto inutile! –  si lamenta Abigail Mathers, dando un pugno alla Macchina del Loto.

-Finder, so che siamo diventate amiche eccetera, ma o tua sorella la smette di lamentarsi o le sparo – minaccia Insomnia.

-Allora ci vuoi provare tu a disattivare un supercomputer di luce solida senza nemmeno un cacciavite a disposizione? No, seriamente: i geni della programmazione da questa parte, i criminali a cui sto cercando di salvare le chiappe dall’altra! Questa non è una cosa che si possa risolvere calciandola nella stratosfera!

-Ci finisce il tuo fondoschiena nella stratosfera se non la smetti di lamentarti e ti dai una mossa – risponde Pathfinder.

-Sentite, anch’io vorrei andarmene da questo posto, ma questa roba è moooolto più in là del mio campo. Bisognerebbe essere una delle menti scientifiche più brillanti del pianeta anche solo per avere la più pallida idea di come funzioni quest’aggeggio!

Detto questo, un pentagramma di fuoco da cui escono nove super-esseri appare di fronte alla Macchina del Loto.

-Succede sempre così? – chiede Abigail.

-Più o meno – alza le spalle Pathfinder.

Marasso si prepara alla battaglia, così come i Vendicatori che lo vedono ringhiare silenziosamente. Switch si teleporta tra il mostro ed i Vendicatori:

-Lui è con noi. Almeno stavolta non possiamo evitare di scontrarci senza alcun motivo?

-Dobbiamo disattivare la Macchina del Loto il più presto possibile: DeCeyt potrebbe arrivare da un momento all’altro – incita Capitan America.

-Anche se fosse, abbiamo ancora parecchie ore prima che sia attiva, giusto?

-A dire la verità, signor Dran, posso attivarla quando lo desidero.

DeCeyt è apparso in mezzo ai Vendicatori senza alcun preavviso. Capitan America è il primo a reagire, tentando di colpirlo: non appena il suo pugno tocca il mento di DeCeyt, però, la Leggenda Vivente si ritrova trasformato in una statua d’oro.

Songbird è la seconda a tentare di fermarlo, ma l’aria attorno a lei si trasforma istantaneamente in un vuoto profondo. Senza più aria per sostenere il suono solido né per lasciarla respirare, la Vendicatrice è fuori combattimento in pochi istanti.

 

Scarlet concentra il proprio potere su DeCeyt, che si porta una mano al petto e si inginocchia dal dolore.

-Funziona! Credo di aver interrotto il suo collegamento con la Chiave...ora è vulnerabile!

Insomnia punta le proprie armi sul suo ex datore di lavoro, e Slim Snake gli salta addosso con tutta l’intenzione di strappargli la carotide. DeCeyt non si è portato la mano al petto per un dolore al cuore, però, ma per attivare il dispositivo nascosto sotto i vestiti.

-Non avete ancora capito: voi state progettando il da farsi sul momento – controbatte DeCeyt, la sua voce distorta dallo strillo assordante del generatore sonico che ha attivato.

-Mentre io ho pianificato ogni singola vostra reazione. Non ho nemmeno usato un decimo delle tattiche studiate per sconfiggervi.

 

Soltanto tre Vendicatori restano in piedi: Iron Man, Calabrone e Jocasta, tutti impegnati nel tentativo di disattivare la Macchina del Loto. Switch e Pathfinder restano in disparte: cosa possono fare contro qualcuno che sta sconfiggendo i Vendicatori con tale facilità?

Nonostante la loro normale spavalderia, Turbine e Dran sono immobilizzati dalla paura: nonostante tutto non avevano ancora realizzato del tutto quanto fosse potente DeCeyt, né quanto potesse essere rapido e spietato. Eclisse invece non fa altro che fissare la gabbia comparsa insieme a DeCeyt, che imprigiona un Iron Man visibilmente danneggiato e suo padre Shades: non c’è modo di arrivarci senza fermare prima DeCeyt stesso.

L’unico abbastanza incosciente da intervenire è Madcap: lanciando in aria il cappello, stampando un bacio sulla fronte di Marasso, e guardandolo negli occhi attivando il proprio potere di far impazzire le persone.

-Who let the dogs out!?

 

Ormai contagiato dalla pazzia, Marasso squarcia a metà il petto di Madcap e corre a quattro zampe verso DeCeyt. Si ferma all’ultimo conficcando gli artigli nel pavimento, si alza in piedi per fare un passo di moonwalk, per poi fare un salto verso la gabbia che imprigiona Iron Man e Shades, e stracciarne le sbarre come se fossero di cartapesta.

Iron Man ne approfitta, concentrando tutte le riserve di energia in un ultimo colpo destinato a far cadere la Chiave dello Zodiaco dalle mani di DeCeyt.

L’energia viene invece ingoiata da un vortice dorato, e rilasciato proprio alle spalle di Calabrone e Jocasta...facendo cadere anche gli ultimi Vendicatori capaci di disattivare la Macchina del Loto.

-Fatto. A questo punto, non mi rimane altro da fare se non attivare la Macchina ed eliminare la sofferenza umana.

-Ad alcuni di noi piace che l’umanità soffra – risponde Shades, togliendosi nuovamente gli occhiali.

Il fiume di energia mortale attraversa DeCeyt, sempre immune dai suoi effetti, dirigendosi verso la Macchina del Loto...ma scomparendo in un portale di teletrasporto.

-Switch!? Che ti è saltato in testa!?

Shades scompare nella propria ombra, per riapparire di fronte al vecchio compagno di squadra e puntargli il dito contro:

-Hai appena mandato all’aria la nostra ultima possibilità di fermarlo!!!

-Stavi per uccidere mia sorella, se non l’hai notato! – controbatte Switch con altrettanta furia.

-E allora? Ma non l’hai ancora capito!? Non mi importa di nessun altro, su questo schifoso pianeta!

-Un vero peccato perdere una mente affine alla mia. Ma presto ne avrò a milioni – riflette ad alta voce DeCeyt, puntando la Chiave dello Zodiaco verso Shades.

 

L’energia fluisce dalla Chiave dello Zodiaco, e Shades non riesce a muoversi abbastanza velocemente da evitarla. Mantiene un’espressione stoica di fronte alla morte imminente, prima di trovarsi di fronte una figura femminile avvolta dalle fiamme.

Eclisse accusa in pieno il colpo, che lascia un vistoso buco sul suo addome. Non potendo più controllare le gambe crolla, finendo tra le braccia di Shades mentre anche il resto del corpo si riduce rapidamente in polvere.

-Warum? – sussurra Shades. “Perché?”.

-Ich wünsche...du nicht...sterben...vater...

Mentre il suo corpo si disintegra alla luce del sole, Eclisse allunga una mano per accarezzare il volto del padre...e l’ultima cosa a ridursi in polvere sono le dita che sfiorano la montatura dei suoi occhiali da sole.

A parte DeCeyt, nessun altro dei presenti conosce il tedesco. Nessuno di loro ha capito quello che Eclisse ha detto, ma il significato è stato comunque chiaro: “Non voglio che tu muoia, padre”.

Per qualche istante, il tempo sembra quasi fermarsi: si possono quasi sentire i battiti del cuore dei presenti. Shades non ha un cuore, naturalmente, da moltissimo tempo ormai.

Ma sua figlia è appena morta tra le sue braccia. Di lei non è rimasta nemmeno un granello di cenere, e l’ultima cosa che ha visto sono stati i suoi occhi riflessi negli occhiali da sole che non hanno lasciato trapelare nessuna emozione.

Shades non ha un cuore. Ma quando si rialza in piedi, qualcosa ricomincia a battere.

-Non mi importa come. DeCeyt muore. Adesso.

 

Nove super-criminali si radunano attorno all’uomo che li ha trasformati in un gruppo. L’ultima speranza dell’umanità, nove persone che fino al giorno prima non avrebbero alzato un dito per salvare il mondo: Switch, Shades, Marasso, Turbine, Pathfinder, Insomnia, Slim Snake, Diamond Dran e Madcap.

E’ Switch a farsi coraggio e dare inizio alle ostilità.

-Solo una regola: DeCeyt muore.

-Mi permetto di dissentire, signor Freeman. La regola è sempre stata la stessa da quando lei mi conosce: io vinco, e lei fallisce.

-Criminali uniti!!! – grida Madcap, prima che si scateni l’inferno.

 

CONTINUA!

 

Nel prossimo numero: la battaglia. La fine di un’epoca per la Villains LTD, e l’inizio di una nuova.